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Les Folies -érotique-
13 août 2009

© princess06

 
Jack Mancuso
 
 La devianza
 
 
 
Non era stato sempre così. Intorno ai trent’anni si accorse di questo suo modo diverso, quasi "alieno", di sentire il sesso con una donna. Capì che in lui coesistevano due personalità, o forse era la stessa che stava cambiando nel tempo assumendo una forma diversa, non riconosciuta subito come la propria; eppure lo era. Si rendeva conto di come non riuscisse più a eccitarsi in modo normale, come ai tempi in cui i due ruoli erano ben definiti, ma ci mise del tempo a capire cosa gli stesse succedendo. Dapprima lo ritenne un bisogno di novità mirante a uscire dalla monotonia che spesso lo coglieva nei rapporti normali.
Aveva vissuto umilianti imbarazzi con il suo pene flaccido e inerme che non reagiva nonostante i suoi sforzi e l’aiuto disperato della partner. Si sentiva umiliato e offeso nella sua virilità. Avrebbe potuto ricorrere a uno psicologo per un consulto, o chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, ma il suo carattere orgoglioso e la paura della brutta figura glielo impedirono.
Così continuò a cambiar donne, luoghi, situazioni, sperando che alla fine la sua virilità risorgesse come per un miracolo: fu tutto inutile.
 
Si fece quasi tutte le modelle dell’agenzia, dalle europee alle asiatiche, dividendole con George che non aveva certo i suoi problemi. Cambiò i colori e gli odori della pelle e degli occhi, le forme delle mani, annusò i profumi più raffinati o quelli old time. Scelse seni grossi, o piccoli, rotondi e sodi, o allungati e morbidi come cuscini; ci consumò sopra le mani e la lingua. Accarezzò capelli lunghissimi e lisci come la seta; se li faceva passare sul corpo e sul pene e lentamente giù lungo le cosce fino ai piedi. Quando sentiva la loro testa e il loro viso a contatto dei suoi piedi, desiderava farsi toccare ancora di più e farsi leccare tutto: anche i piedi.
Ma non tutte erano disponibili; così dopo convenevoli e tentativi di persuasione le congedava, scusandosi per qualche malessere perché se ne andassero e lo lasciassero solo in preda a cupi fantasmi che aleggiavano nella penombra della stanza. Aveva paura dei suoi stessi pensieri e delle immagini che li affollavano, nei quali figure di donne sottomesse ai suoi desideri prendevano sempre più spazio, quasi a sommergerlo per sempre in un’onda macabra di terrore.
A volte le cercava completamente depilate perché il loro corpo gli apparisse più invitante, abbellito da accessori come lunghe collane e vistosi bracciali per polsi e caviglie che lui stesso aveva scelto e che collezionava come pietanze ricercate, servite in piatti di fine porcellana. In quel periodo sceglieva donne dalla carnagione lattea, molto magre, quasi eteree, nell'impressione di qualcosa d’effimero da coltivare sì, ma senza troppo impegno: donne dall’aspetto fragile, così come frangibile e friabile immaginava essere il loro carattere.

Nel vederle completamente nude, stese sul letto di pelle nera dell’ampia stanza, unico arredo consentito in quel luogo di “incontri particolari” come aveva iniziato a definirli lui stesso, si sentiva pervadere da un senso di potenza, forte e difficilmente controllabile. La sensazione di potere assoluto che gli eccitava e gli scuoteva la mente, faceva di quella situazione una condizione essenziale oltre che esistenziale. Le guardava avidamente mentre stavano distese, come in attesa, senza saper bene cosa sarebbe successo e quali risvolti avrebbe preso la serata. Riusciva a immaginare perfino i loro pensieri, li vedeva materializzarsi nella stanza senza che nessuno dei due avesse parlato. Distingueva perfettamente la loro ansia che cresceva, e palpava tutta la sua influenza su di loro, in un macabro investire sensazioni in aumento spasmodico. Ma spesso la serata finiva senza rapporti, perché le donne rifiutavano il suo modo di fare, e le sue insolite richieste. Alcune si spaventavano e cercavano una qualunque via di fuga. Più insisteva, accanendosi in questa ricerca di sé, più aumentavano i suoi insuccessi, e in proporzione la sua rabbia verso se stesso e verso quel corpo che sembrava tradirlo, in una strada senza ritorno.
 
Per questo iniziò a fantasticare visioni abitate da donne legate al letto, con braccia e gambe divaricate e col sesso aperto in un'offerta maliziosa e allusiva senza limiti …
Le vedeva spasimare mentre aspettavano una sua richiesta, un suo ordine, in altre parole la sua volontà esplicitata. Le guardava sadicamente mentre si chiedevano, terrorizzate, quale altra richiesta umiliante avrebbero dovuto subìre, ma cominciò a insinuarsi in lui il dubbio che l'esser costretto a questa stupida sceneggiata fosse una prova certa del cedimento della sua virilità.
E su quest’aspetto si soffermò a riflettere, chiedendosi quale fosse la sua virilità, se fosse divenuta infruttuosa, se avesse perso la capacità di rapporti sessuali paritari o se al contrario questa ne fosse stata la massima manifestazione.
Si ritrovò a ripensare e a ripercorrere le fasi che avevano portato al fallimento i due matrimoni e a come avesse compresso e condizionato le vite delle mogli, non certo per motivi logici, ma a causa delle sue insicurezze, alimentate dalla paura di perderle. Le mogli che chiedevano maggiore libertà di scelta decisionale, autonomia nel modo di vivere e di condurre la quotidianità matrimoniale, il loro desiderio auto-espressivo. E lui che nel loro modo di voler essere rintracciava insicurezza, non in loro ma in se stesso: timore di perderle, di essere tradito o relegato a un ruolo dipendente. Avrebbe voluto invece che lo assecondassero nei suoi pensieri e desideri, nelle sue richieste sessuali, per rassicurare se stesso, per sentirsi unico e importante. Il suo vero scopo, mai ammesso, era stato quello di assicurarsi di essere il centro del loro interesse e dei loro desideri.
Poi ripensò ai suoi genitori, alle caratteristiche e alla qualità del loro rapporto. Ricordava l’atteggiamento di suo padre così rispettoso nei confronti di sua madre, che lui aveva innalzato al suo stesso ruolo, in un rapporto paritario.
Nei rapporti con le mogli lui invece si sentiva il più debole, temeva di essere sottomesso alla loro volontà e per questo motivo ambiva al comando della situazione. Non poteva prescindere dal controllo e dal potere assoluto sulle mogli, per il terrore che gli sfuggissero. Pretendeva che lo amassero senza condizioni, nonostante lo stato d’inferiorità e di schiavitù cui le aveva relegate, ma ... non c'era riuscito e la situazione gli era sfuggita di mano, portandolo a porsi un'infinità di domande…
Ma loro … se n’erano andate!
 
Jack Mancuso non era mai riuscito a comprendere che la cosa più attraente in un rapporto è il piacere reciproco di amarsi, sessualmente e no.
 
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